
“Chi nasce tondo”
Quanto appena detto, rappresenta un pensiero pregnante della nostra società e, nonostante possiamo non rendercene conto, l’impatto che ha su ciascuno di noi è notevole. L’origine di questa concezione dell’uomo come essere statico, il cui cambiamento viene vissuto come impossibile, a maggior ragione di fronte ai propri lati negativi, può essere fatta risalire a due grandi filoni di pensiero che, come riportato precedentemente, chiunque sia nato nella società occidentale si trova a respirare, fin dai primi giorni della propria vita. I due pensieri cui si faceva riferimento sono: quello cristiano e quello freudiano.
A far le spese della scelta di Adamo ed Eva, secondo il cristianesimo, è tutta l’umanità, che si trova a nascere affetta dal “peccato originale” e ciò che ne consegue. L’unica possibilità di salvezza e purificazione è data dal “battesimo” e dalla fede in Dio.
Il neurologo austriaco, nonostante definisca il bambino “perverso e polimorfo, sembrava ritenere che non si potesse parlare né di una nascita sana né di una nascita malata dell’essere umano dal punto di vista psichico. Freud pensava, tuttavia, che ciascuno di noi nascesse con una moltitudine di istinti , desideri e conflitti inconsci (per lo più legati a perversioni sessuali) che, se non gestiti correttamente, possono portare all’insorgenza di patologie psichiche.
Il bambino, pertanto, nonostante non nasca propriamente malato, qualora non riesca a convivere o a sublimare i propri istinti, al fine di rispondere adeguatamente alle richieste provenienti dall’ambiente, andrebbe sicuramente incontro ad una malattia mentale.
Fagioli, a seguito di numerosi studi e di una lunga pratica clinica, propone una visione completamente diversa rispetto alle due precedentemente descritte. Lo psichiatra parte dall’idea che, come nel corpo esiste una fisiologia, ovvero uno sviluppo sano, che può incontrare uno o più eventi che facciano insorgere una patologia, lo stesso sarebbe dovuto essere per la psiche. Fagioli rifiuta categoricamente, di conseguenza, l’idea che noi esseri umani nasciamo con un male congenito e che la nostra sola salvezza risieda nella fede religiosa o nell’andare a contenere le nostre pulsioni distruttive.
La teoria della nascita descrive un processo biologico che porta il bambino a venire al mondo psichicamente sano. Il feto, prima di nascere, vive una realtà esclusivamente biologica. Una volta passato attraverso il canale del parto entra in contatto con una serie di elementi nuovi, mai conosciuti prima, tra i quali il principale è rappresentato senza dubbio dalla luce. Gli occhi sono l’unica parte della corteccia cerebrale dell’uomo esposta all’esterno ed il suo contatto con la luce stimola il cervello portando alla nascita della vita psichica. Questa reazione del neonato verso la luce porta all’insorgere di quella che, nella teoria della nascita, viene chiamata “Fantasia di Sparizione”. Quest’ultima porta il bambino, a seguito del trauma vissuto durante e dopo il parto, a far sparire mentalmente ciò che non è umano (freddo, rumori, luce…), il che gli consentirà successivamente di far sorgere un’immagine, ovvero il ricordo di quanto vissuto all’interno del liquido amniotico prima di venire al mondo. Quest’immagine molto nebulosa, della situazione di omeostasi vissuta precedentemente, genererà a sua volta una “speranza certezza” che esista un seno, ovvero qualcuno che potrà essere per lui tanto corrispondente quanto lo era stato quel liquido in cui per 9 mesi era stato immerso.
Il processo appena descritto è tipicamente umano ed è un processo fisiologico che vede, quindi, il bambino come un essere sano. La sanità del neonato, tuttavia, è molto fragile, vista la sua estrema dipendenza. Nell’incontro con l’altro, infatti, la fisiologia può già deviare verso la patologia, nel caso in cui ci si trovi di fronte ad una scarsa corrispondenza sul piano umano. Nel caso in cui la “speranza certezza”, a cui si faceva riferimento prima, dovesse venire disillusa da dei rapporti deludenti, il bambino potrebbe reagire trasformando la “fantasia di sparizione” in “pulsione di annullamento”. Quest’ultima è un processo mentale patologico che, diversamente dal precedente, tende a far sparire non più ciò che non è umano, ma ciò che è umano (es. una madre frustrante).
La teoria della nascita, quindi, non nega l’esistenza della patologia mentale ma la vede come una reazione verso il mondo esterno che porta a trasformare la propria fisiologia in una patologia, che come tale va curata.
Luca Menenti (Psicologo Montesacro) riceve tutti i giorni presso lo studio di Roma, zona Talenti-Montesacro-Bufalotta.
